Dal pomeriggio di oggi, 15.06.2020, si potrà inoltrare richiesta all’Agenzia delle Entrate al fine di ottenere il contributo a fondo perduto, previsto dal “Decreto Rilancio”. Il contributo è destinato a imprese e titolari di partita Iva (sono esclusi i professionisti) che abbiano subito un calo di fatturato superiore a 2/3 nel mese di aprile 2020, rispetto al 2019, sempre che i ricavi non siano superiori a 5 milioni di euro.
Le Entrate hanno chiarito che si potranno indicare i ricavi 2019 “per fascia”, ossia senza cifre precise, visto che molte imprese potrebbero non aver ancora presentato la dichiarazione dei redditi.
Il contributo a fondo perduto è consentito per gli autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) che hanno beneficiato, prima, dell’indennità di 600 euro a marzo e aprile e, ora, del contributo a fondo perduto a maggio. Quest’ultimo, poi, spetterà in misura variabile: minimo mille euro, ma la somma può aumentare a fronte di cali significativi dei compensi di aprile.
Si ritiene che legare il contributo al fatturato di aprile, può generare un effetto “lotteria”, penalizzando chi ha fatturato lo scorso aprile una commessa eseguita a febbraio (magari non incassata) e ora si ritrova senza lavoro, oppure premiando chi ad aprile 2019 aveva avuto un picco di attività oppure chi durante la chiusura generalizzata ha continuato a lavorare, limitandosi solo a posticipare l’emissione delle fatture (come ad esempio i contribuenti forfettari che possono emettere ancora la fattura cartacea). Senza contare che occorre conteggiare anche i proventi delle cessioni di beni strumentali, il che costituisce un ulteriore fattore di incertezza e iniquità, difficile da valutare.
Diversamente, nessun cumulo sarà consentito ai professionisti, né iscritti agli ordini né iscritti alla gestione Separata Inps, che continuano a poter guardare solo al bonus anche per il mese di maggio.
A loro volta, però, anche i professionisti non sono tutti uguali. Quelli iscritti alla gestione separata Inps hanno potuto richiedere i 600 euro a marzo e aprile, senza distinzioni di reddito, e a maggio ne riceveranno 1.000 se hanno subìto, nel secondo bimestre 2020, una riduzione di almeno il 33% del reddito rispetto allo stesso periodo del 2019. I professionisti iscritti agli ordini, invece, hanno avuto accesso ai 600 euro di marzo e aprile solo se potevano dimostrare compensi 2018 sotto una certa soglia (50mila euro), ma per il mese di maggio non si conoscono ancora né le condizioni né gli importi previsti.