Tra le misure a sostegno delle imprese e delle famiglie contenute nel decreto “Cura Italia”, si segnalano:
- l’istituzione di un fondo per garantire misure di sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi e professionisti che hanno cessato o ridotto o sospeso la loro attività o il rapporto di lavoro a causa del coronavirus;
- la possibilità di detrarre dall’imposta le erogazioni effettuate in denaro da privati e da enti non commerciali in misura pari al 30% e, nel caso siano state effettuate da soggetti titolari di reddito d’impresa, tali erogazioni saranno deducibili dal reddito d’impresa e dalla base imponibile Irap. Tali erogazioni devono essere espressamente finalizzate a finanziare interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza;
- l’introduzione di un credito d’imposta (da utilizzare in compensazione) per i soggetti esercenti attività d’impresa pari al 60% del canone di locazione del mese in corso a patto che l’immobile utilizzato per l’attività sia censito in categoria catastale C/1. Saranno esclusi le attività che sono state identificate nel Dpcm 11.03.2020 e i titolari di redditi di lavoro autonomo;
- la possibilità di beneficiare di un’indennità pari a 600 euro per il mese di marzo 2020 per i professionisti e i titolari di rapporti di co.co.co. iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, agli imprenditori iscritti alle Gestioni Inps artigiani e commercianti, ai lavoratori stagionali del settore turistico e degli stabilimenti balneari e agli operati agricoli a tempo determinato;
- il blocco di 9 mesi per il pagamento dei mutui “prima casa” dei lavoratori autonomi, sempre che autocertifichino di avere perduto, in un trimestre successivo al 21.02.2020, oltre il 33% del proprio fatturato rispetto all’ultimo trimestre del 2019.